domingo, 5 de enero de 2014

LA PIOGGIA

Cielo scuro notte di tempestacosì nero e così freddo e pioveva lentamente ,e il vetro opaco della finestrasarebbe infangare la sua flebo pallidache il vetro vecchio e traslucido ....Lì, figure e immagini svegliarono ,affrettate , come piste da discesadesescalando ripide montagne ,e io ero lì taciturno , riflessivo ,seduta in quella sedia traballantepensieroso , così assorto nella mia anima ,  con un caffè sul tavologuarda con anche all'accensione della sigarettaMescolare in caffè nero , ricciolo nero ....In un'ora, un determinato dal tempo ,il freddo intenso e la pioggerellina fastidiosa ,senza provare nemmeno immaginare e inavvertitamentecolpito interrompendo il mio pensiero ...Quel fastidioso, tic tac, incessante ....Era che , il pendolo più erosocolpendo costantemente il mio po 'di pazienzafare di più triste , la mia esistenza solitaria....E all'improvviso è apparso quella maledetta figura,era il suo . in questo modo perché ,involontariamente e inconsapevolmente ancorata in mee nel cielo buio , piove sarcasticamente ....Con un torrente di amarezzasi avventa sul mio essere ,annegamento con domande ,trovare le risposte senza saperlo ,appare l'ultima tristedi ritorno dagli inferi nero ,docce impegnativi e temporalie anche l'inferno nero ....Le sue parole vennero ,venuto da orrori più trafficatestrade incerti, disperati ,tempi cupi erano con lui ,orrori che erano ancora oggi ,e tuttavia , nel cielo scuro e nuvolosograffiante e tenacemente piovuto ....Dal mio posto ho visto quell'albero ,così vicino alla finestra ,un braccio rotto , spezzato dal vento ,che la pioggia batte incessantemente ....Il suo volto si è fatto male quel giorno,marchi negli ultimi orrori avevano.Improvvisamente la calma è venuto,senza paura e non più temutoHorrori erano andati ,scondía non di più , proprio quello che quell'albero ,Poiché l'industria ....Volevo ampararla e resgurdarlacome un passerotto malato ,riempiendolo con cura e affettoconsegnando i miei invernie proteggere dall'infernomomenti e volevoprendere tutto quel dolore , tali sanzioni ,che era dentro di lei ,dolori ricevutidella sua anima , ancora addormentato ,Ho sentito il mio sangue percome due corpi in uno,che attraversa le mie vene il suo ....Ma poi tutto è cambiatoun teatro meraviglioso rosacome uno spettacolo senza farse ,tutto tangibile, tutti gli attuali ,è forse costretto un sorriso ,l'assurdo , il manichino era sparito ,e la pioggia era cessatatutto era pace, senza tuoni e le tempeste ....Mi ricordo che l'amavo allora ,L'amavo ed era mia, mi è piaciutocon incredibile follia ,fino a quando un'altra tempesta è venutofino a quando un' altra la pioggia ha preso .... 

Jorge NaonseDiritti riservati